-Benvenuti, telespettatori e telespettatrici, qui è Trish Tilby dagli studi della WARC a New York per commentare quanto sta accadendo a Washington D.C. e nel resto della nazione. Come sapete, le Sentinelle sono i micidiali robot creati anni fa dal Dottor Bolivar Trask per contenere quella che lui chiamava la minaccia mutante. Oggi quegli stessi robot sono nelle mani del pericoloso supercriminale noto come Teschio Rosso che li sta usando contro gli Stati Uniti minacciando di uccidere un milione di persone all’ora. I Vendicatori hanno cercato di fermarli senza troppo successo. Tra i nostri ospiti, con cui cercheremo di capire cosa sta succedendo, il Giudice Capo della Corte Federale di New York, Robert C. Chalmers, vecchio amico del professor Trask. Giudice, lei ha avuto a che fare con le Sentinelle, non è vero?

-Purtroppo sì, Miss Tilby. Il giovane Larry Trask volle riattivare le Sentinelle spinto da un malinteso desiderio di vendetta per la morte del padre, la cui responsabilità erroneamente attribuiva agli X-Men, ma quando si rese conto di quanto fossero pericolose dette la sua vita per fermarle[1] Da allora mi sono battuto ogni volta che potevo perché queste armi di distruzione di massa non fossero più prodotte ed ora il popolo americano può vedere che avevo ragione.

-Grazie giudice.- Trish Tilby si interrompe mentre arriva, trafelato, un membro del suo staff che le sussurra qualcosa, poi la giornalista riprende -Ci colleghiamo ora con la nostra troupe esterna a Washington dove gli eventi hanno avuto una svolta drammatica. Restate con noi, mi raccomando.

 

 

 

#90

Crepuscolo Rosso – parte 3 di 3

La leggenda

di Carlo Monni, Fabio Furlanetto & Carmelo Mobilia

continua da Vendicatori Segreti 20

 

Lincoln Memorial, Washington D.C.

 

C’è una calma innaturale, come quella che si trova nell’occhio di un ciclone in attesa che la tempesta torni a scatenarsi.

Un massiccio cordone di Sentinelle circonda la zona mentre al di fuori eroi in costume, poliziotti, soldati ed altri combattenti lottano contro altri di quei micidiali robot… e stanno perdendo.

All’interno del Lincoln Memorial Steve Rogers, nel suo costume da battaglia da Super Soldato, è immobile davanti al suo nemico e osserva la statua di uno dei Presidenti degli Stati Uniti più celebrati deturpata da un teschio rosso al posto del volto. Fin da quando divenne Capitan America per la prima volta Steve è venuto in questo luogo in cerca di ispirazione e conforto, quasi che l’uomo che aveva affrontato una delle crisi più serie della Nazione e preso decisioni dure e dolorose potesse offrirgli consiglio anche solo con la sua effige… e spesso è stato proprio così.

Ora è solo di fronte alla sua nemesi di sempre: il Teschio Rosso si sta godendo la vittoria che sente sempre più vicina e con essa quella che considera l’umiliazione dei suoi nemici.

Il Teschio impugna il leggendario scudo di Capitan America. Alla sua sinistra, sua figlia Sin tiene di mira Steve con la fidata pistola Luger. Alla sua destra l’attuale Sentinella della Libertà e il Soldato d’Inverno (ovvero Bucky Barnes, la spalla di Steve durante i giorni bui della Seconda Guerra Mondiale) sono imprigionati ed imbavagliati dai tentacoli melmosi di Fantaccino, l’orrida creatura sintetica del folle Arnim Zola.

-Sono vivi, tranquillo.- gli si rivolge il suo nemico –Non li avrei mai uccisi, se non davanti ai tuoi occhi. Solo così il mio trionfo sarà completo!

-Lo sapevo che non avresti avuto il coraggio di combattere lealmente, Teschio.

-Lealtà? Parola interessante da chi ha abbandonato i propri amici ed alleati. Se non fosse stato per te, Capitano, non ne avrei uccisi così tanti e così facilmente. Ti avrei stanato dal buco in cui ti eri nascosto, ma ti ringrazio per essere venuto di tua spontanea volontà. Da quel che vedo non sei stato capace di ritirarti davvero; la cosa non mi sorprende affatto. Sei dannatamente prevedibile, Rogers, ti conosco troppo bene AH AH AH AH AH AH!

Steve cerca di mantenersi calmo, cedere alla rabbia non serve a niente, si dice.

-Che vuoi fare adesso, Teschio?

-Nulla di nuovo per te: o questa nazione si piegherà a me o io la distruggerò. Ti confesso che preferisco la seconda ipotesi.

La maschera orrenda che è ora il suo volto si deforma ulteriormente in un ghigno di brutale soddisfazione.

-Avevo in programma di rendere questa decadente capitale occidentale un cumulo di macerie, osservando lo spettacolo dal mio quartier generale... ma il tuo ritorno ha bisogno di qualcosa di più appropriato.

Alla pressione di un pulsante sulla cintura del Teschio Rosso, una bolla semitrasparente circonda il Lincoln Memorial, mettendo rapidamente a tacere il frastuono della battaglia.

-Credo che tu riconosca la tecnologia, Capitano.[2] Nessuno ci verrà a disturbare: osserverai assieme a me il crollo dell’America e la morte dei tuoi alleati. Solo allora, quando avrò distrutto l’ultima scintilla di speranza, ti ucciderò con le mie stesse mani.

-E ti aspetti che io assista ai tuoi orrori senza fare niente? – risponde Steve Rogers, preparandosi alla battaglia. Osserva il proprio riflesso sullo scudo sul braccio del Teschio Rosso.

-No, Capitano. Mi aspetto che tu fallisca nel salvare la tua eredità.

Sin sposta il braccio per cambiare bersaglio: nel suo mirino non c’è più Steve, già pronto a ripararsi con lo scudo energetico, ma Capitan America. Con una mossa improvvisa Steve scaglia verso Sin una capsula che a mezz’aria, con uno sbuffo pneumatico, si trasforma in bolas che imprigionano la figlia del nazista.

Fantaccino reagisce con un ruggito orribile che gorgoglia nella sua fanghiglia, ed i suoi tentacoli si agitano fino a spezzare una delle mani della statua di Lincoln.

La creatura lascia liberi Capitan America ed il Soldato d’Inverno, preparandosi ad attaccare Rogers.

-Nein.- lo redarguisce il nazista - Non avrai il lusso di un nemico diverso da me, Rogers... vedrai bruciare il tuo paese, i tuoi amici, e dopo mi implorerai di ucciderti!- grida il Teschio Rosso, rispondendo all’attacco e cercando di colpire Steve con il suo stesso scudo.

 

 

Appena fuori dall’area del Lincoln Memorial.

 

<<Maledizione!>> sbotta Iron Man <<Così non può andare avanti: per ogni Sentinella che riusciamo ad abbattere ce ne sono almeno altre cinque in perfetta efficienza conto cui le precedenti tattiche non funzionano più. Non potremo resistere per molto.>>

-Dimmi che hai qualche idea per spegnerle tutte in un colpo solo.- gli si rivolge Quicksilver.

<<Mi piacerebbe poterlo dire ma la verità è che non ne ho neanche una, purtroppo.>>

-Attenti!- urla Polaris –Le Sentinelle si stanno muovendo. Vengono all’attacco!

“In questo momento sono felice che mia figlia sia lontana, al sicuro tra gli Inumani” pensa Pietro Maximoff cupo, senza proferire parola.

Sotto il suo elmo Tony Stark rivolge il suo pensiero ai suoi figli e spera che possano essere anche loro al sicuro, ma lo saranno mai con il Teschio Rosso in libertà che controlla le Sentinelle?

Pietro commenta:

-Ad ogni modo, se questa deve essere la nostra ultima battaglia, sono contento di combatterla al fianco tuo e di Rogers, come ai vecchi tempi.

Iron Man resta in silenzio, poi sbotta:

<<Che io sia dannato se la darò vinta a quel bastardo nazista. Steve direbbe che la battaglia non è ancora persa finché anche uno solo di noi resta in piedi e sarà esattamente quello che accadrà, è chiaro?>>

-Credo che ci sia un solo modo di risponderti.- interviene Scarlet –E tu sai bene qual è.

Come una sola persona i presenti esclamano:

-VENDICATORI UNITI!- e si gettano nel cuore della battaglia.

 

 

Nel frattempo, in volo sull’Oceano Atlantico.

 

-Non posso crederci, quel bastardo nazista stava per farci secchi!- grida Wasp, ancora carica di adrenalina per lo scampato pericolo.

-Io non posso credere che dobbiamo la vita a questo ciccione, invece!- impreca Occhio di Falco, indicando il dottor Faustus. È stato proprio il criminale austriaco, infatti, a soccorrere i Vendicatori, indicando loro il percorso più breve e sicuro per raggiungere il loro Quinjet, prima che il Teschio Rosso facesse esplodere l’isola su cui si trovavano.

-I miei interessi coincidono coi i vostri, arciere. La distruzione totale del vostro paese non rientra propriamente nei miei piani.- gli dice Faustus.

-No, infatti... a te interessa solo rivoltare il cervello alla gente come un guanto!- esclama ancora Falco.

-Fatto sta che ho a cuore fermare il Teschio Rosso quanto voi. Anche di più, se penso a come mi torturerà non appena scoprirà che sono stato io ad avvisare lo S.H.I.E.L.D.[3]

-Quell’uomo è... la crudeltà in persona! – dice Donna Maria Puentes osservando il fumo lasciato dall’esplosione in lontananza -Non ha nemmeno pensato ai suoi uomini... credete che Crossbones e Madre Notte siano morti?

-Mi preoccupa di più quel che ne ha fatto di Cap e del Soldato d’Inverno.- interviene Wasp – Quella... schifezza che li ha rapiti... cos’era?

-Il Fantaccino è un costrutto genetico del dottor Arnim Zola, in grado all’occorrenza di fungere anche da mezzo di trasporto. – le risponde Faustus.

-Già... me lo ricordo. Ci ho avuto a che fare, anni fa[4] il ricordo ancora mi disgusta.- aggiunge Donna Maria -Comunque, sono più che certa che si stia recando a Washington, da Steve... vorrà in qualche modo usare i nostri per tormentarlo.

-La sua analisi combacia perfettamente con la mia, signorina. Il profilo psicologico del Teschio suggerisce chiaramente un’ossessione ....

-Falla finita, Faustus!- lo interrompe Occhio di Falco – Il Teschio è pazzo, non occorrono le tue lauree in psicologia per capirlo, e tocca a noi fermarlo!

 

 

Washington D.C. Russell Senate Office Building

 

Dalle finestre del suo ufficio il Senatore degli Stati Uniti Robert Kelly guarda le strade della capitale invase dalle Sentinelle ed ancora una volta se la prende con se stesso. È stata la sua ostinazione a portare a tutto questo, dopotutto: è stato lui a sponsorizzare il Progetto Risveglio, a convincere molti i suoi colleghi senatori ad autorizzare la costruzione in serie delle Sentinelle. Quello che sta succedendo è anche colpa sua e poco importa che in seguito abbia cambiato idea, ne deve sopportare la responsabilità. È anche per questo che non è scappato con gli altri mentre era ancora in tempo… non fuggirà davanti a ciò che lo aspetta.

Sospira e pensa alla sua giovane moglie Sharon, uccisa proprio da una Sentinella, anche se lui, accecato dall’odio, ne aveva attribuito la responsabilità ai mutanti.[5] Forse oggi è il giorno che si ricongiungerà a lei.

 

 

National Mall.

 

Il monumento a George Washington, un enorme obelisco di marmo di oltre 169 metri, fu eretto nel 1884 e per centotrent’anni è stato uno dei simboli della città. Oggi questo celebre monumento viene abbattuto da una Sentinella, quando questa crolla sotto i colpi congiunti di Ercole e Wonder Man.

-Per la barba di mio padre! Ma quanti ce ne sono, di codesti androidi? Ne avrò abbattuti a decine eppure continuano ad attaccare, come le orde dell’oltretomba!

-Non ricordo l’ultima volta che ce la siamo vista tanto brutta.- afferma Wonder Man -Ancora niente dagli altri supergruppi?

<<Nessun contatto. sono ancora in missione, questo significa che dobbiamo cavarcela da soli.>>

-D’accordo Iron Man, ma che mi dici degli altri pesi massimi? Thor, il Dottor Strange? È possibile che non ci sia nessun pezzo grosso quando te ne serve uno?

<<Lamentarti non migliorerà di certo la situazione, Quicksilver. Meno lagne e più corsa.>>

Pietro sbuffa poi dribblando il tentativo di afferrarlo da parte di una Sentinella si dirige a tutto velocità verso la parete di un palazzo percorrendola in verticale, superando la forza di gravità. Di nuovo il gigantesco robot prova a schiacciarlo ma così facendo diventa un bersaglio per la Valchiria, che balza su di lui e gli trancia di netto il braccio grazie alla sua spada Dragonfang.

<<Ok, ora lasciatelo a me!>> dice War Machine, mentre il bazooka sulla sua spalla lascia partire un missile che va ad infilarsi proprio nello squarcio creato dalla Valchiria e fa esplodere definitivamente la Sentinella.

-Bel colpo, Testa di Ferro!- esclama Quicksilver.

<<Già. Meno uno. Ne mancano solo un altro centinaio.>>

-Non esitate allora. Tornate a combattere.- dice, fredda come sempre, Brunhilde.

<<Che donna… determinata.>> si fa sfuggire Jim Rhodes, all’interno della sua armatura.

 

 

Il Pentagono, Contea di Arlington, Virginia.

 

Mike Rossi si sente frustrato. Gli sembra che il compito che gli hanno affidato… scoprire il traditore che potrebbe annidarsi lì al Pentagono e che ha fornito al Teschio Rosso i codici di attivazione delle Sentinelle, gli stessi che hanno consentito al nazista di riprogrammarle con nuove direttive… sia senza importanza davanti al disastro incombente. Sembra proprio che il tempo a disposizione sta finendo. Ancora pochi minuti e il Distretto di Columbia potrebbe essere cancellato dalla faccia della Terra ed a lui non resterebbe che stare a guardare in attesa che poi tocchi all’edificio in cui si trova.

Beh… inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta, tanto vale continuare col lavoro.

Non gli ci è voluto molto a ridurre la rosa dei sospetti. Dopo la partenza di Henry Peter Gyrich per l’F.B.S.A. (e su di lui metterebbe la mano sul fuoco: può essere tante cose ma non un traditore) solo tre persone hanno avuto accesso diretto ai codici: il successore di Gyrich alla Sicurezza Interna, il Consigliere del Presidente per gli Affari Superumani (e se della lealtà di Valerie Cooper si sente sicuro, altrettanto non può dire del suo predecessore Alden Rusk) ed infine il Sottosegretario alla Difesa che sta andando a trovare. I primi due sono competenza dei civili ma questo spetta a lui… ammesso che sia venuto in ufficio oggi.

Al suo arrivo si trova davanti una segretaria.

-Sono il Colonnello Rossi della D.I.A. Devo vedere il Sottosegretario per una questione urgente.

-Aspetti un attimo.- risponde la ragazza –Oggi non l’ho visto arrivare.

Accende l’interfono e chiama:

-Signore… c’è qui un ufficiale della D.I.A. che vuol parlare con lei.- silenzio –Non risponde. Non deve essere ancora arrivato. Con quello che sta succedendo forse…

-Provi a chiamarlo al telefono. È importante.- insiste Rossi. Se risponde, pensa, potrò scoprire dov’è.

La giovane, sia pure riluttante, fa quello che le è stato chiesto. Trascorre qualche secondo poi l’inconfondibile trillo di un telefono cellulare si ode provenire dall’interno dell’ufficio privato del Sottosegretario.

-Ma cosa…?- esclama la donna.

Rossi non perde tempo e senza darle il tempo di ribattere estrae la pistola e spalanca la porta dell’ufficio. In quello stesso momento nella stanza si diffondono le cupe note di un pianoforte, una registrazione attivata automaticamente all’apertura della porta. Rossi la riconosce subito: la Marcia Funebre di Chopin, il marchio di fabbrica del Teschio Rosso. Non c’è da stupirsene, visto che riverso sulla scrivania c’è il Sottosegretario… o almeno è probabile che sia lui, visto che il suo volto è stato mutato in un ghignante teschio rosso. Morto da almeno mezza giornata. Da quel che sembra, non è mai uscito dal suo ufficio la sera prima. Non è stato pagato nel modo che sperava, ma almeno questo risolve il problema del traditore a quanto pare

 

 

Washington D.C.

 

Agitando le sue mani guantate di rosso Scarlet genera dei danni e dei guasti all’interno dei sofisticati apparati cibernetici delle Sentinelle: ad un suo comando, improvvisamente circuiti all’avanguardia perfettamente funzionanti si danneggiano irreparabilmente come usurati dal tempo. I titanici robot crollano su loro stessi, come bambolotti a cui viene tolta la batteria. Per ottenere questo miracoloso effetto Wanda Maximoff deve impegnarsi al massimo, mantenendo la concentrazione senza la minima distrazione. L’esercizio richiede un sacco di energie nervose. Può capitare dunque che, nel rifiatare, la graziosa mutante possa mostrare il fianco al nemico. Per sua fortuna, può contare su fidati alleati che le coprono le spalle; come tanti volte nel corso degli anni, un familiare spostamento d’aria le scosta i capelli, mentre una potente freccia esplosiva provoca una squarcio nel petto di metallo della Sentinella.

-Occhio di Falco! Stai bene!

-Puoi scommetterci il mantello, Wandina, ma ce la siamo vista brutta.

-Uh per la cronaca, sto bene anch’io!- dice Wasp ronzando attorno alla coppia -Com’è la situazione?

-Non buona Janet. Non riusciamo a contenerle.

-Dannazione. Non credo che un saltimbanco da circo come me possa essere tanto d’aiuto. Stavolta credo che arco e frecce non serviranno più di tanto. Forse sarebbe stato meglio sostituirle con la formula per diventare Golia.

-Ed è qui che entra in gioco la favolosa Janet Van Dyne- dice la ragazza, tornando alle dimensioni normali ed estraendo dalla cintura una piccola capsula.

-Vuoi dirmi che è...

-Indovinato, Clint. Ti ho anticipato. Quando è scattato l’allarme[6] mi sono precipitata a prendere alcuni campioni che appartenevano ad Hank. Ho pensato che una Giant Girl può essere molto più utile rispetto ad una vespina operosa, contro questi colossi.

Così dicendo, Janet ingerisce la capsula, e pochi istanti dopo le particelle Pym la tramutano da una donna di un metro e sessanta in una gigantessa di quasi venti metri.

-Ora giochiamo alla pari, ragazzi.- dice, mentre inizia una lotta con una delle Sentinelle.

 

 

Lincoln Memorial

 

Mentre Washington è nel caos più totale, due combattenti proseguono una battaglia che hanno iniziato infinite volte negli ultimi settant’anni.

Lo scudo di Capitan America questa volta è però nelle mani del Teschio Rosso, mentre Steve Rogers si difende con uno scudo energetico. I due scudi sono ora uno contro l’altro, e così come chi li impugna non hanno alcuna intenzione di indietreggiare di un solo millimetro.

-La tua missione è fallita, Rogers! Tutti gli sforzi degli Alleati non sono serviti a niente: in quanti sono morti per evitare che io arrivassi nella vostra capitale? Eppure eccomi qui, più potente che mai, e non sai quanti tuoi compatrioti si prostrano già ai miei piedi!!!

La Leggenda Vivente e l’Incubo Immortale della Seconda Guerra Mondiale però non sono gli unici impegnati in uno scontro sotto la cupola indistruttibile che isola il Lincoln Memorial: Sin si è liberata dalle bolas grazie al suo affilato pugnale. La figlia del Teschio fissa con odio Steve Rogers: se solo non si fosse fatta sorprendere da quell’uomo come una stupida, suo padre ora non sarebbe coinvolto in uno scontro impari con lui. No, non deve pensare così: la colpa è di Rogers, soltanto di Rogers: è sempre stato lui a rovinare tutto.

Ora le sta dando le spalle. E’ La sua grande occasione: dovrà solo ucciderlo e la sua vita sarà perfetta, dominando il mondo alla destra del padre.

Ma quando estrae la pistola, Capitan America la disarma con un tempestivo calcio al polso.

-Non pensarci neanche. Tu e io abbiamo un conto aperto.- le dice l’eroina.

-Ti caverò gli occhi, cagna!- risponde Sin, attaccando a testa bassa impugnando lo stesso coltello usato per liberarsi cerca di trafiggere Capitan America, che ritrovandosi senza scudo deve tenersi a debita distanza dalla folle figlia del nazista.

La sua Luger intanto è stata recuperata dal Soldato d’Inverno, che la sta usando per crivellare di colpi Fantaccino... ma il corpo amorfo del mostro lascia passare ogni proiettile senza esserne danneggiato.

-Come si fa a combattere una cosa del genere!? – esclama il Soldato d’Inverno, evitando il colpo di un tentacolo che affonda nel pavimento con la forza di un martello pneumatico.

“Ai miei tempi non ho affrontato niente di simile... e dire che ne ho viste, di cose assurde”, pensa ancora James Barnes, evitando i colpi della creatura e cercando un modo per ferirla.

Punta a quella che sembra essere una faccia e fa fuoco; la mira come al solito è impeccabile, ma il risultato è ugualmente inutile: i fori provocati dai proiettili si ricompongono come se non ci fossero mai stati.

-Così non va.- pensa ancora, valutando il suo nemico e i suoi mezzi. Si guarda attorno, cercando qualcosa da poter utilizzare come arma, e con un colpo di fortuna, l’occhio gli cade su quello che può fare al caso suo. Quando l’aveva catturato il Teschio lo aveva disarmato, privandolo della sua cintura, ma ora questa caduta ai suoi piedi, dimenticata da tutti: Compiendo un acrobatico balzo all’indietro, Bucky riesce ad avvicinarsi ad essa e ad impossessarsene. All’interno ci sono diverse granate al C4. Servivano per abbattere le Sentinelle, ma andranno benissimo anche contro quel mostro. Corre a tutta forza verso di lui, e non appena gli è a tiro spicca un balzo nella sua direzione, atterrando con i piedi nella sua massa molliccia; prima che questi abbiano il tempo di sprofondare il Soldato d’Inverno affonda il suo braccio bionico all’interno della massa informe del nemico. In circostanze normali farebbe detonare le cariche e scapperebbe ma queste non sono circostanze normali purtroppo. Il Fantaccino lo ha intrappolato e non lo lascia andare. Non gli resta molta scelta: deve agire comunque- Forse la massa gelatinosa del mostro assorbirà tutta la forza dell’esplosione ma lui potrebbe comunque essere troppo vicino per sopravvivere. Tuttavia che ha da perdere? Forse è la giusta ricompensa per tutto il sangue, i morti che ha sulla coscienza. Accantona questi pensieri, e fa detonare i congegni esplosivi.

Lo scoppio è di notevoli proporzioni: talmente grande che l’intero corpo gelatinoso del Fantaccino viene sparpagliato per tutto il mausoleo ma per fortuna ne ha davvero assorbito la maggior parte della forza o l’intero monumento ed i suoi occupanti ne sarebbero stati travolti; la cupola di plastica del Teschio, praticamente infrangibile dall’esterno, non è altrettanto resistente dall’interno, e cade a pezzi, facendo crollare parte del tetto.

E Bucky? Giace a terra, ferito. Il suo braccio bionico fatto a pezzi fino a sotto la spalla. Immobile, privo di sensi, apparentemente privo di vita.

 

 

New York. Sede Della Kronas Inc

 

Come quasi tutto il resto del mondo Aleksandr Vassilievitch Lukin, ufficialmente un uomo d’affari e miliardario russo, sta seguendo gli eventi in TV.

-Questo è il momento che stavamo aspettando.- dice rivolto al suo braccio destro Lev Illyitch Kuryakin, detto Leon.

-Ne sei proprio sicuro?- chiede quest’ultimo.

-Non avremo mai più un’occasione così.- ribatte Lukin e prende uno speciale cellulare che ne distorce la voce.

-Sono il Krasnyy Cherep[7]: voglio un elicottero pronto al decollo. Destinazione Washington D.C.- un attimo dopo fa un’altra chiamata -Dolnovich… sono io. Il momento è arrivato. Vai

Chiusa la comunicazione, Lukin si volge al suo amico:

-Ci siamo: non si torna più indietro. Se tutto va bene da stasera ci sarà un unico Teschio Rosso: io.

 

 

Lincoln Memorial

 

L’esplosione rompe lo stallo: sia il Teschio Rosso che Steve Rogers trattengono i colpi per osservare il fuoco disperdere Fantaccino in mille direzioni diverse.

-BUCKY!!! – urla Steve Rogers, la cui mente ritorna istantaneamente ai suoi ultimi ricordi della Seconda Guerra Mondiale.

-AH AH AH AH! Ce n’è voluto di tempo, ma finalmente quello stupido ragazzino si è fatto ammazzare!!! – si diverte il Teschio Rosso, approfittando della distrazione di Steve Rogers per scagliargli addosso il suo stesso scudo.

Chiunque altro non avrebbe il tempo di reagire, ma non Rogers che grazie alla propria impareggiabile esperienza lo afferra al volo come se fosse una parte di sé.

E così è stato, per anni. Usarlo ancora una volta per colpire il Teschio Rosso sarebbe una grande soddisfazione... e Steve mentirebbe se non ammettesse di esserne tentato.

-Io mi occupo di Bucky. Credo che questo sia tuo, Capitano.

Steve Rogers lancia il proprio scudo, ma non verso il Teschio Rosso: è una donna ad afferrarlo.

-Occupati del tuo amico, Comandante Rogers. La situazione è sotto controllo – risponde Capitan America.

-Questo è quello che credi tu, stupida cagna.-

A parlare è stata Sin. La forza dell’esplosione aveva separato lei e Cap ma la folle figlia del Teschio Rosso non ha nessuna intenzione di arrendersi e le si scaglia di nuovo contro brandendo il suo coltello decisamente furibonda, troppo per agire razionalmente. Liz Mace ne evita facilmente l’assalto, afferra Sin per i capelli e la strattona sbattendola con forza contro la statua di Lincoln. La figlia del Teschio Rosso crolla svenuta, finalmente sconfitta.

La giovane eroina non ha tempo di riprendere fiato e si precipita ad aiutare il Comandante Rogers nel combattimento contro il suo crudele avversario pronta a ricominciare la battaglia.

 

 

Washington. D.C.

 

La città è sotto un vero e proprio assedio, ed i resti malconci delle Sentinelle sono sparsi in tutte strade della capitale. Con il passare del tempo diventa sempre più difficile combatterle, perché le Sentinelle sono capaci di adattarsi a quasi qualunque circostanza... difficilmente lo stesso tipo di attacco funziona più di una manciata di volte.

La battaglia è ormai fermamente a terra: i caccia dell’aviazione pattugliano senza sosta i cieli, e le Sentinelle hanno riconosciuto nei Vendicatori la minaccia principale.

-Quanti ce ne sono di questi cosi!? – si lamenta Wasp, ora un bersaglio facile nella propria statura gigantesca.

-Troppi, come sempre – risponde Polaris, riparando la testa di Wasp con un campo di forza magnetico per evitare che un raggio laser la perfori.

-ARRENDETEVI ALLA FURIA DEL LEONE DELL’OLIMPO, MACCHINE DELL’ADE!!! – urla Ercole, scagliando un autobus come se fosse una lancia attraverso il petto di una Sentinella.

-Almeno qualcuno si sta divertendo – commenta Quicksilver, che, dopo aver messo in salvo in pochi secondi tutti i civili presenti nel punto caldo dell’attacco ha raggiunto gli altri Vendicatori.

Iron Man usa i raggi repulsori per distruggere la testa di una Sentinella; i raggi rimbalzano sulla spada della Valchiria, per colpire una seconda Sentinella. I sistemi di puntamento di uno dei robot impazziscono grazie alla magia di Scarlet, abbattendo altre Sentinelle grazie al fuoco amico.

C’è poco tempo per riprendere fiato, ed i Vendicatori ne approfittano radunandosi.

-Per favore, ditemi che qualcuno ha un piano – dice Donna Maria Puentes.

-Combattiamo con onore sino alla vittoria o alla morte – le risponde la Valchiria.

-Ditemi che qualcuno ha un buon piano – insiste l’ispanica.

<<Iron Man, mi è venuta un’idea.>> comunica Amadeus Cho via radio.

<<Spero che sia importante, ragazzo, sono un po’ impegnato al momento>>

<<Quando ero alla Scuola Xavier[8] ho studiato la programmazione delle Sentinelle. Hanno un sistema di protezione progettato specificamente per evitare che qualcuno le riprogrammi in massa.>>

<<Il Teschio Rosso ci è riuscito benissimo. Le nostre tasse in azione>>

<<Deve aver usato il loro sistema di aggiornamento software per riscrivere la loro programmazione; ogni Sentinella è protetta da un codice unico. Non abbiamo la chiave di cifratura usata dal Teschio Rosso, ma è solo questione di tentativi prima di trovare il codice corretto.>>

<<A quel livello di crittazione, servirebbero migliaia di anni con i migliori supercomputer del mondo! Sarebbe matematicamente impossibile...>>

Una nuova squadra di Sentinelle si avvicina, ed i Vendicatori si preparano allo scontro. Iron Man non è interessato a loro, però, perché realizza qualcosa guardando Scarlet:

<<No, non impossibile. Solo molto, molto improbabile>>

 

 

Lincoln Memorial

 

Steve Rogers si precipita a sincerarsi delle condizioni del suo amico.

- Andiamo Buck... riprenditi. Non puoi mollarmi proprio adesso... non dopo tutto quello che hai passato! – cerca di rianimarlo facendogli la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco, e dopo qualche istante, fortunatamente il ragazzo riprende conoscenza.

- Steve... il T-Teschio... –

- Non pensarci Buck. Se ne sta occupando Capitan America.

-Una femmina... ti nascondi dietro una femmina, Rogers? Mi deludi ancora una volta.-

-Questa “femmina” sta per farti il culo, pazzo psicopatico!- urla ancora la nuova Cap, colpendo nuovamente. Steve resta a guardare, pronto ad intervenire in caso di necessità, ma deciso a lasciare alla nuova leva il compito di finirlo. 

Effettivamente, anche perché provato dallo scontro con Rogers, il Teschio sta soccombendo sotto il pestaggio di Liz. Il nazista può accettare di vedere il suo piano andare in fumo, ma non di venire battuto da un Capitan America donna; allora valuta l’opzione di una ritirata strategica.

Con un gesto fulmineo estrae dalla sua cintura una microgranata e la scaglia in terra ricorrendo ad uno stratagemma vecchio ma sempre efficace: una cortina fumogena. Protetto dal denso fumo nero, fa uno scatto nella direzione opposta ai suoi antagonisti, ma la sua fuga dura solo pochi passi, in quanto lo scudo di Capitan America rimbalzando contro la statua di Abraham Lincoln colpisce il Teschio all’addome, prima di tornare in mano della proprietaria.

-Non ci provare, pazzo assassino. Stavolta non ci sfuggirai- dice la ragazza in bianco, rosso e blu, con ferma determinazione.

 

 

Nel frattempo...

 

La prima Sentinella a crollare si schianta nella Reflecting Pool, proprio di fronte al Monumento a Washington. È soltanto la prima di molte: uno dopo l’altro, i robot crollano come marionette a cui sono stati tagliati i fili.

Scarlet sta concentrando tutto il suo potere di alterazione delle probabilità sull’armatura di Iron Man, che in diretto contatto con i computer della base dei Vendicatori Segreti sta analizzando tutte le possibili combinazioni da trasmettere alle Sentinelle per ordinare la loro disattivazione.

Non è un’impresa semplice, e non solo perché Scarlet deve ricorrere a tutte le proprie forze, ma perché le Sentinelle non stanno certo a guardare.

I Vendicatori compiono un vero miracolo: nonostante ogni singola Sentinella attiva si stia dirigendo verso di loro, nemmeno una di esse riesce ad assestare un solo colpo.

Una Wasp gigantesca scaglia Ercole come se fosse una palla da baseball attraverso una Sentinella. Polaris sospende a mezz’aria Nomad perché possa colpire con un fucile da cecchino preso ad un poliziotto i circuiti esposti dai fendenti della spada indistruttibile della Valchiria.

Occhio di Falco lega con una freccia-rampino le gambe di una Sentinella, che dopo essere inciampata finisce con l’inghiottire le granate lanciate da Donna Maria.

Quicksilver corre lungo la schiena di una Sentinella portando la Vedova Nera tra le proprie braccia, fino a permetterle di colpire il robot con un Morso di Vedova direttamente all’interno di un occhio.

Improvvisamente, le enormi Sentinelle si bloccano e crollano su loro stesse come degli enormi giocattoli che hanno esaurito la batteria.

- Ehi... ma che succede? – chiede Donna Maria.

<<Succede che ha funzionato. Ce l’abbiamo fatta!>> esclama un entusiasta Iron Man. <<Sapete? devo riconoscere che è stato forse uno dei uno dei più grossi azzardi della mia vita>> si lascia poi sfuggire, contemplando le Sentinelle a terra.

- Cho, devo ammetterlo: sei stato grande. – dice Nomad rivolto al suo compagno di team – Ora capisco cosa Fury ha visto in te.

<<Lo ammetto…>> commenta Amadeus Cho dalla Base dei Vendicatori Segreti << Non ero certo che avrebbe funzionato: c’era solo una possibilità su svariati miliardi di azzeccare i codici gusti al primo tentativo, un’impresa praticamente impossibile anche per un vero mago dei computer. Sono impressionato.>>

Sotto il suo elmo Tony Stark lancia uno sguardo compiaciuto a Wanda che si sta appoggiando a Wonder Man e sorride dicendo:

<<Un mago? Beh… avevamo di meglio: una Strega.>>

-Ehm… non vorrei gettare acqua sul fuoco del vostro entusiasmo.- interviene Wasp … ma ci restano ancora i miliziani del Teschio Rosso da sistemare.

-Ti va di scherzare Jan?- replica, sorridendo Occhio di Falco –Dopo quei robottoni, questi idioti in uniforme sono solo una piacevole distrazione. Che ne dite? Vogliamo semplificare la vita ai ragazzi in blu[9] e allo S.H.I.E.L.D.?

-Invero, amico mio…- risponde Ercole -… per quanto questi siano avversari indegni della mia potenza, non è mai stata mia abitudine sottrarmi ad una bella battaglia.

<<Ok, visto che allora non avete più bisogno di me, tolgo il disturbo. Non ho voglia di vedermela coi federali.>> dice War Machine.

- Hai ampiamente dimostrato il tuo valore e il tuo coraggio. Ti sei guadagnato il mio rispetto, uomo di armatura. – gli dice Brunhilde.

-Ehi ragazzi… non dovremmo dare una mano a quel Rogers e a Cap?- chiede Polaris.

Iron Man getta uno sguardo verso il Lincoln Memorial e replica:

<<Coraggio, gente, non è ancora finita. Se c’è una cosa che ho imparato da Capitan America... da tutti quanti... è di non sottovalutare il Teschio Rosso>>

 

 

Lincoln Memorial

 

-Sei finito, Teschio, ammettilo!- grida Steve - Le tue dannate macchine sono state fermate. Hai perso anche stavolta. Arrenditi!-

-Nein.... nein! Ti porterò all’inferno con me, Rogers! Il tuo trionfo non sarà completo!- grida, mentre estrae una pistola dalla fondina e la punta verso l’odiato rivale; dalla canna esce uno spruzzo del letale gas della morte del Teschio, in grado di uccidere in pochi secondi.

Capitan America si accorge dello sporco trucco del Teschio Rosso. C’è ben poco tempo per reagire: scaglia lo scudo perché ripari Steve, che non viene minimamente intaccato dal composto chimico, per poi colpire nuovamente il genocida con una tremenda ginocchiata al ventre.

 

Lontana dagli sguardi di tutti, intanto, una dolorante Sin si riprende e afferra la Luger che aveva perso in precedenza, puntandola verso la nuca di Capitan America.

-Schifosa puttana… - dice, ma prima di riuscire a premere il grilletto, due possenti mani la fermano.

-Sta ferma Sinthea. È finita.

-Crossbones... ma come? Possiamo ancora...>

-Cosa? Anche se ammazzi la pupa Cap, poi dovresti vedertela con i Vendicatori furibondi. No, dobbiamo ritirarci, finché tutti sono occupati e nessuno presta attenzione a noi.>

-Ma mio padre...

-Ormai l’hanno preso, non possiamo fare più nulla se non restare liberi. A tempo debito lo faremo evadere. È meglio per tutti, fidati.

- Io.... dannazione. D’accordo. Fa strada.

Approfittando del fatto che i suoi avversari sono tutti occupati, la coppia di criminali riesce a lasciare indisturbato il Lincoln Memorial, calandosi in un tombino fuggono attraverso le fogne.

 

Capitan America afferra il Teschio per il bavero, urlandogli:

- In piedi verme! E non tentare un altro dei tuoi trucchi o ti colpirò talmente forte da...

- Tu fratello viene sodomizzato all’inferno! – le strilla il Teschio dritto in faccia.

-Yeaaaaaaaaaaaaaah! - Liz mette tutta la forza che ha in quell’ultimo pugno alla mascella del criminale, e con un gemito il Teschio Rosso cade a terra senza più muoversi.

- Ti avevo avvisato... – dice la ragazza mentre si massaggia le nocche doloranti.

Per qualche istante, nessuno dice niente. È chiaro che questo è un momento storico: uno degli uomini più odiati del ventesimo secolo è stato finalmente sconfitto.

Steve Rogers solleva da terra il corpo dell’odiato nemico, e si rivolge alla donna nel costume di Capitan America.

-È il tuo momento. Và a dare al mondo la buona notizia.

-E tu? Lo abbiamo sconfitto assieme.

-Capitan America ha sconfitto il Teschio Rosso. È l’unica cosa che il mondo ha bisogno di sapere.

Elizabeth annuisce, caricandosi sulle spalle il corpo esanime del Teschio Rosso, ma esita di fronte all’uscita. C’è il mondo intero ad aspettarla.

-Ho fermato il Teschio Rosso... per la prima volta, mi sento davvero Capitan America – realizza Elizabeth Mace.

 

 

New York City.

 

Le ultime ore sono state cariche di eventi, un’occasione immancabile per qualunque notiziario. Con l’intera America sotto attacco, gli indici di ascolto sono schizzati alle stelle... decine di milioni di persone hanno seguito l’evento.

-Qui è Trish Tilby dagli studi della WARC, e quelle che vedete sono immagini in esclusiva da Washington D.C. dove lo S.H.I.E.L.D. sta radunando gli uomini dell’organizzazione terroristica del Teschio Rosso che... un secondo, abbiamo nuove immagini dal Lincoln Memorial, dove i Vendicatori si sono ritirati dopo... oh mio Dio...

La giornalista non ha parole per descrivere ciò che vede: Capitan America è appena uscita dal Lincoln Memorial, trascinando con sé un uomo privo di sensi.

La testa dell’uomo casca di lato, rivelando il volto orribile del Teschio Rosso.

Tutta l’America trattiene il fiato per un istante. Quando Capitan America solleva lo scudo in segno di trionfo, brillante sotto il cielo limpido di Washington, un’intera nazione esplode in urla di gioia.

 

 

Washington D.C.

 

L’esplosione di gioia degli abitanti della capitale è stata assolutamente spontanea. Prima ancora di rendersene conto i Vendicatori con Capitan America in testa si ritrovano sollevati dalla folla e portati in trionfo.

-Ah, mia dolce Janet…- dice Ercole -… cosa c’è di meglio dell’adorazione della folla dopo una bella battaglia. Qui ci vuole una vera festa: un grande banchetto e libagioni abbondanti.

-Sai che hai avuto una bella idea, tesoruccio?- replica Wasp.

-Non abituatevi troppo a queste cose, sorelle.- dice Quicksilver rivolto a Scarlet e Polaris –Al primo nostro sbaglio, vero o apparente che sia, ci si rivolteranno contro come al solito.

-Pietro, non potresti goderti la festa come fanno tutti invece di fare profezie funeree?-lo rimprovera bonariamente Wanda.

-Giusto.- interviene Wonder Man –Non essere sempre un musone.

Pietro gli rivolge un’occhiataccia poi i suoi lineamenti si distendono finalmente in un sorriso.

-Williams…- dice -… ogni tanto anche tu dici qualcosa di giusto.

Simon Williams fa una faccia perplessa e chiede agli altri:

-Era un complimento forse?

Polaris scoppia a ridere e risponde.

-Credo sia meglio non chiedere.

 

Poco lontano da lì un gruppetto osserva tenendosi in disparte.

-Ma perché loro devono essere festeggiati in una parata e noi ce ne dobbiamo restare nell’ombra? Non è giusto.- commenta Donna Maria Puentes.

-È il nostro lavoro.- replica Steve Rogers –Noi agiamo fuori dalla luce dei riflettori in fondo.

-Vuoi dire che a noi tocca spaccarci la schiena e gli altri si prendono il merito? Ah, che fregatura! –dice Nomad, sorridendo. 

-A me sta più che bene -  aggiunge il Soldato d’Inverno toccandosi la spalla sinistra, là dove prima era attaccato il suo braccio bionico.

Solo la Vedova Nera non dice nulla. Quando lo sguardo di Steve si posa su di lei, la ragazza gli fa il saluto militare.

-Yelena, cosa....

-Ho scoperto chi è lei veramente, Capitano.

- Immagino che a questo punto sia inutile tentare di nasconderlo.

- Infatti. Sono cresciuta con un indottrinamento forse opposto al suo, ma non posso esimermi da esprimere la mia ammirazione per uno dei più valorosi soldati di tutti i tempi.

-Yelena, metti già quella mano.- le dice sorridendole -Te l’ho già detto... chiamami Steve.

L’ex Capitan America si sente soddisfatto: la sua squadra si è comportata bene ed anche se coi Vendicatori non sono tutte rose e fiori, in fondo è contento che sappiano la verità su di lui.

Una familiare figura in tuta blu si avvicina.

-Salve Rogers.- lo saluta Nick Fury –La mia gente sta facendo pulizia degli sgherri del Teschio. Credo che li abbiamo presi tutti.

-Ma non Sin, giusto?- ribatte Steve.

-Ci è sfuggita nella confusione.- ammette a malincuore Fury –Ma ormai è rimasta sola, non ha più nessun posto in cui nascondersi.

-Non sottovalutarla, Nick… è la figlia del Teschio Rosso e temo che risentiremo presto parlare di lei.

 

 

In quello stesso momento.

 

L’elicottero speciale sorvola l’area del National Mall senza destare curiosità eccessive in quella situazione di confusione. Al suo interno Victor Dolnovich inquadra la scena sottostante attraverso un mirino telescopico.

-Problemi a restare fermo qui?- chiede al pilota.

-Assolutamente nessuno.- risponde questi.

-Bene… tieniti pronto a filare a razzo subito dopo che avrò sparato.

Avrà una sola occasione e un solo proiettile da sparare, lo sa bene ma non è preoccupato: era il miglior cecchino del suo corso e non ha mai fallito un bersaglio. Stavolta non sarà diverso.

 

 

EPILOGO

 

 

Questione di un secondo. Il tempo di inquadrare la testa del bersaglio nel mirino, lasciare che l’indice accarezzi il grilletto e che il colpo parta... il tempo di considerare il fato del bersaglio

Il Teschio Rosso viene portato via con le mani ammanettate dietro la schiena. A scortarlo agenti dello S.H.I.E.L.D. e del F.B.S.A.

Non parla e dal suo volto è impossibile capire cosa pensi ora che tutti i suoi piani sono andati in frantumi. Steve Rogers non può fare a meno che fissarlo con assoluto disprezzo... quante morti a causato quell’uomo in tutti questi anni? E quante volte gli è sfuggito, trovando una via di fuga all’ultimo momento? Stavolta però è diverso: il Teschio… non un robot, non un clone o un sostituto... è realmente ammanettato e impossibilitato a scappare, senza alcuna via di fuga.

Forse questa è davvero la resa dei conti fra loro, la fine della loro ultradecennale battaglia.

I loro sguardi s’incrociano. Quello del Teschio Rosso è un puro concentrato di furente odio.

Un attimo prima di salire sul mezzo che lo condurrà in un carcere super sicuro, si volge verso il suo avversario di sempre, fiancheggiato dalla nuova Capitan America e dal Soldato d’Inverno, che nonostante le ferite non è voluto mancare alla cattura del suo vecchio avversario.

-Goditi pure la tua vittoria, Rogers- dice -Non durerà, io…-

Non termina la frase, la sua testa ricade di colpo all’indietro in modo innaturale senza nemmeno dargli il tempo di gridare. Steve Rogers si ritrova il petto imbrattato del sangue del suo nemico.

-NO!- esclama, mentre afferra il corpo senza vita del Teschio che crolla su se stesso come una marionetta a cui hanno tagliato i fili.

-UN CECCHINO!- grida uno degli agenti, mentre si scatena il caos. Né l’esperto Bucky né la giovane Cap hanno il tempo di capire da dove è venuto lo sparo.

Tutto è accaduto nel tempo di un secondo.

Un secondo. II tempo che necessario al proiettile speciale per arrivare a destinazione e la testa del bersaglio sia spinta indietro quando la sua fronte viene trapassata.

Un secondo. Il tempo che è occorso a Viktor Dolnovich per portare a termine il suo incarico più importante: l’eliminazione del Teschio Rosso.

Prima che qualcuno riesca a capire cos’è successo lui è già scomparso come un fantasma sull’elicottero superveloce da cui ha sparato.

Un Medico Legale chiamato in tutta fretta non può che constatare la morte del criminale nazista.

La cupa leggenda del Teschio Rosso sembra giunta davvero all’epilogo.

 

 

FINE

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

Se avete avuto la sensazione di essere entrati a metà film, è perché non avete ancora letto Vendicatori Segreti 20, correte a farlo e poi tornate subito qui.

Nel frattempo, un po’ di considerazioni finali:

1)      I Vendicatori hanno appreso l’esistenza dei Vendicatori Segreti, che d’ora in avanti saranno finalmente autorizzati a usare ufficialmente quel nome, ma se credete che questa sarà la sola conseguenza stabile dell’incontro tra le due formazioni… beh vi state sbagliando. Restate sintonizzati sulle nostre due serie e ne vedrete delle belle.

2)      La tecnologia del campo di forza a “bolla” usata dal Teschio Rosso per isolare il Lincoln Memorial è la stessa che utilizzò nel lontano Tales of Suspense #88/91 del 1067. Ironicamente anche in quella storia era presente un Bucky ma era un robot costruito così bene che alla fine si ribellò al suo padrone e ne pagò il prezzo

3)      Per quelli di voi che non sono familiari con lui e con le vicende che lo vedono convolto su Vendicatori Segreti (e come avrebbe detto il grande Stan Lee: “Vergogna!” -_^), Aleksandr Vassilievitch Lukin è un ricchissimo uomo d’affari Russo, un oligarca, come li chiamano da quelle parti che ha organizzato un network di spie composto da ex agenti sovietici dell’epoca della Guerra Fredda che sono misteriosamente vivi e giovani anche se molti di loro dovrebbero essere morti in azione o vecchissimi, essendo stati in azione perlopiù negli anni 50. Lukin si nasconde dietro l’alias del Teschio Rosso comunista degli Anni 50, un agente sovietico che aveva preso il posto del vero Teschio Rosso nel periodo seguito alla sua scomparsa alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Che due Teschi Rossi, per giunta dalle filosofie politiche praticamente opposte, non potessero convivere a lungo era nell’ordine delle cose ed ora Lukin ha trovato il modo di sbarazzarsi del rivale. Potremmo dire: il Teschio Rosso è morto, viva il Teschio Rosso.

4)      Sempre parlando di conseguenze, non mancate di vedere le reazioni di Sin alla morte del padre ed i suoi piani di vendetta a partire da Capitan America #60 e non perdete nemmeno Vendicatori Segreti #21 dove gli omonimi protagonisti si troveranno alle prese con le conseguenze della battaglia di Washington.

Nel prossimo episodio: quando il fumo della battaglia si è dissipato cosa fanno gli eroi? Scopritelo insieme a noi

 

 

Carlo, Fabio & Carmelo



[1]              Un resoconto estremamente sintetico ed a tratti impreciso di eventi narrati in (Uncanny) X-Men Vol. 1° #57/59 (Prima edizione italiana Capitan America, Corno #61/63) e Avengers Vol. 1° #102/104 (Prima edizione italiana Thor, Corno, #114/115)

[2]              Vedi Tales Of Suspense #91/92. (Prima edizione italiana Capitan America, Corno, #12).

[3]              Nell’episodio n. 88.

[4]              Su Captain America Vol. 1° #209/212 (Prima edizione italiana Thor, Corno, #189/192)

[5]              Avvenne su Uncanny X-Men #247 (In Italia su Gli Incredibili X-Men, Star Comics, #39 Bis altrimenti detto Speciale X-Men #5).

[6]              Nell’ultimo episodio.

[7]              Teschio Rosso in Russo.

[8]              Come visto in Young X-Men MIT.

[9]              Nomignolo per i poliziotti.